
Un padiglione espositivo. Tre luoghi. Le imposte sono chiuse e l’illuminazione assente. In ognuna di esse Alain Quesnel ha disposto elementi apparentemente disparati che si allineano, si collegano, si connettono e formano tre variazioni luminose di una cartografia stellare. Singolari manipolazioni elettriche. Figure di costellazioni.
Marie-Luce Thomas – 1993

Slitte di luce. Chiaroscuro, ambivalenza, energia. Tante parole che sono chiavi per entrare nell’opera di Alain Quesnel. Un lavoro che interroga, sorprende, ma non può lasciare indifferenti, perché ci parla, senza che lo comprendiamo al primo sguardo, di energia, di dualità e di equilibrio. L’importante è soprattutto prendersi il tempo.
Françoise Plessis – Chantier d’Artistes – CRDC Espace Graslin – Nantes – 1994

Sui sentieri del carico, instancabili viaggiatori…Composizioni singolari, assemblaggi distesi. Isole di luce. È questa la prima cosa che si vede. Il dispiegarsi di arcipelaghi insoliti nell’oscurità di un luogo. Tutto fatto di collegamenti, raccordi e connessioni di elementi eterogenei.
Marie-Luce Thomas – 1994

La malinconia di Icaro. L’ala è immobile. Nessun battito, nessun suono, nessun soffio impercettibile manifesta la presenza degli angeli annunciati. Del resto, l’angelo ha lasciato la scena depositando solo, come un segno, le sue ali.
Marie-Luce Thomas – 1998

Fare opera : della misura poetica del gesto… ( … ) Eppure, l’angelo ha ripiegato le sue ali nel barattolo, il barattolo si è immerso nell’argilla, l’argilla si è incastrata nel tavolo, il tavolo stringe nei suoi piedi i resti di una cassaforma. Senza un movimento di polvere: né sollevamento furtivo, né morbida caduta, né deposito, il tempo si è fermato.
Marie-Luce Thomas – 2002

Provare innanzitutto ad appropriarsi del luogo dell’esposizione, per andare contro questi luoghi troppo conosciuti, prendere i limiti, i muri, l’altezza del soffitto, le aperture, i passaggi, il pavimento, preferire il poco, lasciare per una volta il vuoto e infine torcere lo spazio come se ruotasse intorno agli oggetti.
Anne Champigny – 2010

« Come sono evaso dai Piombi… ». Come sono sfuggito dai legami che sfuggono alla presa. Eppure l’attrazione è forte: la sensualità dei materiali e degli oggetti collocati lì, la loro imponente presenza fisica catturano, ma per percepirne la pregnanza, non c’è bisogno di toccare.
Marie-Luce Thomas – 2015

I disegni. Disegni su supporti di carta, cosa c’è di più comune e semplice? Certo, bisogna parlare del colore. Ma poco o quasi nessun colore… Un disegno limitato alle matite nere, a un pigmento nero diluito in olio di papavero come semplice legante, a un po’ di pittura bianca e, a volte, un po’ di colore.
Alain Quesnel – 2023